Seminario "Con gli occhi di un altro - Fotografia e storie personali"




Buongiorno a tutti,

oggi volevo parlarvi di un’esperienza che ho fatto sabato 23 gennaio. La classe ha avuto la possibilità di partecipare a propria scelta ad uno dei sei seminari organizzati dall'Università IUSVE. I seminari sono stati introdotti da una live su YouTube per poi collegarsi al link di Zoom per scegliere il Workshop scelto. Il progetto si chiamava “notifica di cambiamento, comunicare per il sociale non è mai stato così stimolante”. 

Tra i sei seminari ho scelto quello sulla fotografia:  con gli occhi di un altro - Fotografie e storie personali. 

Nell'evento presentato nella live su YouTube ci è stato spiegato che si tratta della conclusione di un progetto iniziato nel 2019 in cui l’Università IUSVE ha collaborato con Emergency (associazione umanitaria italiana), la casa editrice Tunuè sui temi dell'immigrazione, della convivenza e della multiculturalità. In questa prima fase a introdurre i temi trattati è stata la giornalista documentarista Laura Silvia Battaglia,  specializzata in medio oriente. In prima persona è stata a contatto con diverse situazioni di vita, in particolare ha raccontato la storia di Tamam. 

Tamam è un giornalista che si è occupato di uranio impoverito, a causa di questa sostanza ha perso diverse persone a lui care, che si sono ammalate di leucemia. Per capire di più ha iniziato a cercare delle testimonianze sull’inquinamento nucleare in Iraq. Con le sue ricerche arrivò a scoprire che in Iraq muore il 90% di bambini per leucemia. Ovviamente divenne una persona scomoda, subì furti nella propria abitazione del materiale raccolto perché sapeva troppo, ma duplicava le sue ricerche e cosi le riuscì a consegnare ad Emergency. 

Dopo di lei, ha parlato Rossella Miccio, presidente di Emergency, la quale ha detto che Emergency s'impegna ad aiutare persone come Tamam: tutti hanno diritto a  ricominciare la propria vita e che i diritti sono uguali per tutti. 

Successivamente, ha preso la parola, Emanuele di Giorgi della casa editrice Tunuè, il quale ha illustrato il bando di concorso per le scuole, promosso insieme all’associazione Emergency. Il bando prevedeva che i ragazzi ideassero storie legate ad un viaggio d'immigrazione, ai momenti difficili che spesso si devono affrontare a causa dei conflitti. Una volta scelti gli elaborati sono stati raccolti in un libro dal titolo "I colori di una nuova vita".

Poi siamo passati al workshop su Zoom per ascoltare Simone Cerio, un fotografo documentarista, che ha vinto diversi premi dal 2014 al 2019. Cerio ci ha mostrato alcuni dei suoi lavori, tra i quali alcuni in collaborazione con Emergency. Nel 2020, ha realizzato degli scatti che raccontano la reazione delle persone alla chiusura dei luoghi di culto a causa dell'emergenza sanitaria. ll giornale "L'Espresso" nel numero del 12 Aprile 2020 ha pubblicato sulla sua copertina uno di questi scatti.

Infine abbiamo ascoltato la testimonianza di Mamadou Kouassi, che ci ha raccontato il suo viaggio della speranza. Mamadou ha 37 anni, è originario della Costa d'Avorio, e 12 anni fa è arrivato in Italia. Anche lui, come tanti, è fuggito dal suo paese a causa della guerra. Il viaggio per arrivare in Italia è durato 3 anni, e una volta arrivato, non avendo il permesso di soggiorno ha dovuto accettare qualsiasi tipo di lavoro. Solo nel 2011 riesce ad ottenere il permesso di soggiorno per diritti umanitari. Col passare del tempo s'interessa al tema dell'immigrazione, diventando un attivista. Porta avanti i principi dell'uguaglianza, il diritto ad avere un lavoro ed un'istruzione. 


Le fonti che ho utilizzato per realizzare questo post sono:


La testimonianza che mi ha toccato di più è quella di Mamadou. Questo tipo di esperienze le ho sempre sentite raccontate in terza persona, mai direttamente da chi le ha vissute. Nel 2021 dovremmo aver superato le differenze di religione, di etnia, tra i vari popoli, invece ci sono ancora persone che non hanno compreso che siamo tutti uguali e tutti abbiamo gli stessi diritti. Solo dopo aver compreso ciò potremmo considerarci una società evoluta.


Alla prossima 👋🏻

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